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mercoledì 20 novembre 2013

IL FATTORE W: WOME - WAHAB -WILHELMSSON

Facendo un giro sui miei almanacchi, scopro che l'affinità tra AS Roma e lettera W risulta davvero scarsa. Infatti soltanto tre giocatori il cui cognome inizia con doppia vù hanno indossato la casacca giallorossa negli ultimi vent'anni e, sinceramente, le loro imprese non hanno lasciato un segno tangibile...



Pierre WOME, in arte Pierino, è un veloce terzino di fascia, non altissimo, che però non disdegna le sgroppate in fase offensiva. Nativo del Camerun e cresciuto nel Canon Yaounde, una delle squadre più blasonate del suo paese, Wome approda nel calcio italiano a soli 17 anni accasandosi, nel 1996, nel Vicenza con cui esordisce in Serie A. La stagione successiva viene ceduto alla Lucchese, in Serie B, dove disputa un'ottimo campionato (24 presenze, 2 gol). Le critiche positive gli valgono addirittura la convocazione al Mundial Francese con la maglia dei Leoni d'Africa.
Sostituzione: Pierino Wome consolato da Giorgio Rossi

La sua ascesa non sfugge a Zdenek Zeman che, apprezzandone le doti fisiche e la spiccata propensione ad offendere, addirittura ne richiede l'acquisto a Sensi come vice Candela. I risultati sul campo sono però molto controversi ed influenzati negativamente dall'inesperienza del giocatore. Pierino pur facendosi notare per le sgroppate sulla fascia sinistra e per qualche legnata su calcio di punizione, risulta tatticamente ingestibile. In più rimane proverbiale la sua irruenza nelle entrate che costringe il Boemo a fare retro front e a schierarlo soltanto 8 volte in tutta la stagione.

Ceduto con l'arrivo di Capello, Wome conosce una carriera giramondo quasi sempre con il ruolo di rincalzo più o meno affidabile: Bologna, Fulham, Espanyol, Brescia (con cui segnerà proprio alla Roma), Inter, Werder Brema e Colonia le sue tappe prima di tornare a giocare nel suo paese con la maglia del Cotonsoprt. 67 le presenze in Nazionale del Camerun con un episodio in negativo su tutti: 8 Ottobre 2005 - il Camerun si gioca la qualificazione ai mondiali di Germania contro l'Egitto. Al 95' rigore decisivo per i Leoni d'Africa. Se la palla entra, il Camerun è ai mondiali: Samuel Eto'o, pronto alla battuta, è improvvisamente stoppato da Wome. "Avevo già sistemato il pallone e stavo per batterlo io quel rigore" - ricorderà in seguito Eto'o - "ma Wome è venuto lì e mi ha detto che si sentiva sicuro di segnarlo". 
Rincorsa, tiro e pallone che si stampa sul palo. Camerun fuori dai Mondiali. Il coraggioso e sfortunato Wome in fuga da un popolo letteralmente inferocito. 

La Repubblica, all'indomani del fattaccio, scrive: "Hanno saccheggiato la casa della sua famiglia portandosi via tutto, hanno sfasciato e reso inservibile la sua auto, devastato anche il negozio della sua compagna. Lo hanno cercato strada per strada nella notte e solo quando gli agenti del Ministero sono riusciti ad infilarlo sul primo aereo per l'Europa, con un piano degno di un film di spionaggio, ha trovato un po' di quiete per ripensare a quel rigore maledetto". Pierino Wome rimane comunque nei nostri cuori.


Wahab ai tempi della primavera
La seconda W giallorossa del post risponde al nome di Adewale Dauda WAHAB, nigeriano, classe '84, centrocampista di scuola Reggiana, giunto nel 2003 a Trigoria. Capello lo tiene in considerazione e, dopo una trafila in squadra Primavera, lo fa esordire a Skofjie nel match di Uefa contro i locali del Vardar subentrando a Daniele De Rossi. In seguito per lui arriva l'esordio in A contro la Samp nell'ultima di campionato e 3 presenze in Coppa Italia. Considerato una promessa, si perde in mezzo ai vari prestiti (Ternana, Teramo e Catanzaro) prima di venire sdoganato agli svizzeri del Bellinzona in cambio dello sconosciuto Unal. Dal 2011 risulta essere svincolato.

E veniamo alla più famosa delle tre W, Christian Ulf WILHELMSSON, per gli amici "Willi". Forte di 79 presenze in Nazionale Svedese, si mette in luce prima nell'Andrelecht e nel Nantes, dove però un suo evidente calo non soddisfa i dirigenti del club francese che lo mandano in prestito alla Roma (richiesto da Spalletti che lo aveva notato in un provino all'Udinese alcuni anni prima) durante il mercato di Gennaio. Siamo in un periodo in cui la Roma deve fare di necessità virtù in quanto il mercato è bloccato dal caso Mexes.

Lo svedese, nonostante sia sbarcato a Fiumicino tra le ovazioni dei giornalisti rivolte più alla bellezza della moglie che per la gioia di vedere il giocatore in giallorosso, stupisce subito tutti con buon esordio. Falcata leggera ma veloce, discreto tocco, sembra essere l'uomo ideale come rincalzo per la fascia destra. Ricordo benissimo di aver sentito più volte dire a qualcuno "Certo che a Nantes sono proprio scemi. Perchè lo hanno ceduto?". Il finale di stagione ci fornisce la risposta mostrandoci qual'è il vero Willi: timido, incolore, a tratti pauroso. La Roma non lo riscatta e il nostro Chippendale (altro nomignolo con cui Wilhelmsson è conosciuto) inizia un pellegrinaggio che si snoda tra Bolton, Deportivo, L.A. Galaxy e diversi club arabi, dove gioca tuttora.




  

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